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Fabrizio Salini
La «Rai del cambiamento» ha il volto e i propositi di Fabrizio Salini e Marcello Foa. L’Amministratore Delegato e il Presidente del servizio pubblico sono di fatto gli orchestratori della nuova musica che in molti – sulla scia delle recenti vicissitudini politiche e sociali – vorrebbero ascoltare a Viale Mazzini. I due, intervenendo ieri ad un dibattito organizzato da Parole Guerriere (iniziativa vicina ai Cinquestelle), hanno ribadito l’esplicita necessità di un cambiamento, ma hanno anche frenato le aspettative pentastellate e dell’uditorio: “la Rai non si cambia da un giorno all’altro“.
Rai, Salini: unico obiettivo innescare il cambiamento
“Abbiamo intrapreso questa esperienza con un unico obiettivo: portare e innescare il cambiamento, che significa aprirsi all’innovazione, a nuove professionalità, al mondo digitale, a nuovi linguaggi, ad uno spirito creativo e produttivo“
ha affermato Salini, criticando il fatto che in passato raramente la Rai si fosse concentrata sulla “centralità del contenuto“, privilegiando invece una visione “per processi distribuivi lineari“, legati cioè alle singole reti. Inoltre, si misurava una certa distanza dal pubblico giovane, che ora l’AD vorrebbe colmare puntando su RaiPlay e sull’offerta web (“andrà potenziata sul prodotto informativo e di intrattenimento” ha spiegato).
Sul web – ha proseguito Salini – la Rai dovrà imporre un proprio linguaggio, mentre sul fronte televisivo dovrà provare a “scardinare” modelli di confronto “a colpi di share“. Questione quantomai annosa ed aperta. Su questo fronte, la nostra impressione è che si andrà verso la considerazione di dati più ampi, che inglobino le nuove forme di fruizione dei contenuti.
Rai, Salini: ascolti e total audience
Ne ha parlato lo stesso AD:
“Credo che si debba passare ad un sistema di valutazione del prodotto più completo, che coinvolga piattaforme diverse. Bisogna passare dalla misurazione dell’ascolto com’è oggi alla cosiddetta ‘total audience‘ (…) E’ una riflessione che forse tutti gli operatori di mercato dovrebbero iniziare a mettere in campo“.
Poi il top manager ha rivendicato la decisione di introdurre una struttura dedicata ai nuovi format ed una sui documentari. Cambiamento sì, quindi, ma non tutto e subito. Replicando alle aspettative di alcuni partecipanti al dibattito ‘pentastellato’, Salini ha infatti precisato:
“(Il cambiamento in Rai, ndDM) non può avvenire da un giorno all’altro. Chi conosce le modalità del racconto televisivo e della produzione di fiction sa benissimo che i tempi sono lunghi. Noi probabilmente su alcuni generi non vedremo il prodotto che stiamo mettendo in campo“.
Rai, Foa: “Non si cambia da un giorno all’altro, siamo in democrazia”
Concetto ribadito anche dal Presidente Rai Marcello Foa:
“La Rai non la cambi da così a così, questo toglietevelo dalla testa! Non esiste. Questo non è un cambiamento, è una rivoluzione, ma noi siamo in democrazia. Poter permettere a chi lavora in Rai di fare il proprio mestiere al riparo da pressioni, tensioni politiche e polemiche, poter permettere a più persone di trovare espressione: questa è la ricchezza del servizio pubblico. Ma non ci arrivi da un giorno all’altro (…) Tre anni è un mandato molto corto: se questa fosse stata un’azienda privata, nessun AD o Presidente avrebbe accettato un mandato di tre anni“.
Il Presidente della Camera, Roberto Fico, intervenendo al convegno ha infine auspicato una Rai senza influenze da parte della politica. Su questo buon proposito, tuttavia, il cambiamento ci sembra davvero ben lontano dal realizzarsi.